Ebbene sì, m'aggrada scrivere pseudo articoli sull'attualità.
Oggi vorrei parlarvi di ciò che è successo a quella ragazza di Messina, il cui ragazzo ha cercato di bruciare viva. Immagino che tutti ne abbiate sentito parlare, in caso contrario usare google e cercare notizie. Ciò che salta subito all'occhio è l'accanimento col quale la giovane difende il ragazzo, ripetendo come un mantra che non è stato lui, che la ama e l'amerà sempre. In un programma di puro trash italico, le viene rivelato che, in un video della sorveglianza, si vede il fidanzato che va a comprare la benzina che poi le verrà gettata addosso. Il video è su youtube, se vi piace il degrado, andatevelo a vedere.
Pare anche che la ragazza sia così “fortunata” da aver avuto un episodio simile 4 anni fa perché ha “amici gay, ricchioni e trans”,
Detto questo, mi sono soffermata a pensare. A pensare al perché una ragazza debba difendere il suo aggressore, anche con le prove della sua colpevolezza. Che sia ancora sotto shock? Probabile. Che debba ancora comprendere ed elaborare il tutto? Possibile.
Si cerca ogni volta di aiutare le vittime di violenza e/o stalking ad uscire da situazioni difficili, orrende. Poi accadono episodi come questo, dove la donna difende l'assalitore, e mi pongo questo quesito: è realmente possibile aiutare persone del genere?
Voglio raccontarvi brevemente (ma anche no) la storia di una mia conoscente.
Ragazza madre, due matrimoni e altrettanti divorzi alle spalle, poche amiche. Conosce lui, più grande di circa 13 anni, e cominciano una relazione. Dopo qualche anno cominciano i litigi e vi susseguono parole pesanti e si alzano le mani, anche di fronte al figlio adolescente di lei. Si tirano come durante una partita di calcio storico fiorentino. Partono le denunce che però vengono puntualmente ritirate. Inizia il tira e molla, ma ogni volta che lei decide di lasciarlo, poco dopo ci si rimette insieme. Sempre. Le è stato offerto aiuto da più di un professionista, ma lei imperterrita rifiuta e torna da lui.
Ecco, ora davvero mi chiedo se non sia un “spreco” di risorse (tra psicologi, assistenti sociali e quant'altro) dare un supporto ad individui che ritornato sui propri passi, vanificando ogni sforzo per trovare una soluzione.
E ciò è molto triste.
Oggi vorrei parlarvi di ciò che è successo a quella ragazza di Messina, il cui ragazzo ha cercato di bruciare viva. Immagino che tutti ne abbiate sentito parlare, in caso contrario usare google e cercare notizie. Ciò che salta subito all'occhio è l'accanimento col quale la giovane difende il ragazzo, ripetendo come un mantra che non è stato lui, che la ama e l'amerà sempre. In un programma di puro trash italico, le viene rivelato che, in un video della sorveglianza, si vede il fidanzato che va a comprare la benzina che poi le verrà gettata addosso. Il video è su youtube, se vi piace il degrado, andatevelo a vedere.
Pare anche che la ragazza sia così “fortunata” da aver avuto un episodio simile 4 anni fa perché ha “amici gay, ricchioni e trans”,
Detto questo, mi sono soffermata a pensare. A pensare al perché una ragazza debba difendere il suo aggressore, anche con le prove della sua colpevolezza. Che sia ancora sotto shock? Probabile. Che debba ancora comprendere ed elaborare il tutto? Possibile.
Si cerca ogni volta di aiutare le vittime di violenza e/o stalking ad uscire da situazioni difficili, orrende. Poi accadono episodi come questo, dove la donna difende l'assalitore, e mi pongo questo quesito: è realmente possibile aiutare persone del genere?
Voglio raccontarvi brevemente (ma anche no) la storia di una mia conoscente.
Ragazza madre, due matrimoni e altrettanti divorzi alle spalle, poche amiche. Conosce lui, più grande di circa 13 anni, e cominciano una relazione. Dopo qualche anno cominciano i litigi e vi susseguono parole pesanti e si alzano le mani, anche di fronte al figlio adolescente di lei. Si tirano come durante una partita di calcio storico fiorentino. Partono le denunce che però vengono puntualmente ritirate. Inizia il tira e molla, ma ogni volta che lei decide di lasciarlo, poco dopo ci si rimette insieme. Sempre. Le è stato offerto aiuto da più di un professionista, ma lei imperterrita rifiuta e torna da lui.
Ecco, ora davvero mi chiedo se non sia un “spreco” di risorse (tra psicologi, assistenti sociali e quant'altro) dare un supporto ad individui che ritornato sui propri passi, vanificando ogni sforzo per trovare una soluzione.
E ciò è molto triste.